Un progetto di Paola Luciani in collaborazione con Marika Mazzetti – Scuola Danza Ensemble.
Foto: Paola Luciani
Assistente foto e BackStage: Agnese Palladino
Video: Giuliano Lugli
Logo: Simone Lazzaroni – Diemmedi.com
Città: Bologna, Sasso Marconi, Casalecchio
“Penso che il significato che la danza ha per me, e per una danzatrice in generale, sia in continua evoluzione: ogni giorno assume un valore diverso, cambia qualche piccola cosa nel motivo che ci spinge ad andare in sala a lavorare.
Per me personalmente la danza è necessità, inevitabilità; è fatica e ricompensa, frustazione e sollievo, sfogo, benessere, emozione e sentimento, respiro. Sono tutte parti della vita, e non esistono l’uno senza l’altra. La danza è allo stesso tempo malattia e cura e potrei provare in altri infiniti modi a descriverla. In fondo, tutto si riconduce ad una sensazione, la sensazione che si prova mentre si danza: non c’è momento in cui io sia più me stessa.
Ballare in location non convenzionali è uno stimolo in più per un danzatore: l’ambiente che ti circonda influenza in qualche modo il tuo movimento, riuscendo così a creare qualcosa di nuovo e sempre diverso.”
“Danza, passione, disciplina, amore, libertà, arte.
La danza è tutto questo e molto di più, ma mi sembra impossibile descrivere che cosa sia per me.
Ogni giorno quando sono a lezione scopro che è un continuo mutamento, l’assimilo in modo diverso. Ha troppe variabili per essere definita e, come una goccia d’inchiostro, si mescola e si confonde così che non riesci più a distinguerla dalla tua vita.
La prima esperienza l’ho avuta a 3 anni e mezzo quando, dopo aver visto una ballerina con indosso un tutù, decisi che anche io avrei saputo volare sul palco per poi atterrare leggera come una piuma.
E ancora oggi, a distanza di 15 anni, la sento parte di me ma allo stesso tempo irraggiungibile. Non credo nessuno la potrà mai raggiungere, è un sogno che giorno dopo giorno, rinuncia dopo rinuncia, si conquista piano piano ma mai completamente.
Solo la costante ricerca e il sudore quotidiano ti fanno amare quest’ARTE che considera la più completa di tutte.
Ma la danza è anche OBLIO perchè al contrario della altre arti non la puoi dipingere, scolpire, scrivere, recitare. La puoi solo percepire, amare, provare.
E’ un miscuglio eterogeneo di emozioni. E’ libertà di esprimere ciò che sei.
Non credo di poter vivere senza DANZA.”
Alla fine della performance, dopo gli applausi, tutto quello che ti rimane è la sensazione e le emozioni che hai provato mentre ti esibivi. In quei pochi minuti tutto il lavoro per cui a lungo hai sudato prende forma, la forma del movimento, ed acquista senso. Ballando puoi essere chiunque e proprio per questa ragione solo in quel momento sei veramente te stesso, in un qualche modo slegato dalla vita reale.
Puoi essere un delirante, un disperato, un euforico …
Puoi essere tutto ed in questo modo semplicemente te. L’unico vero requisito che un danzatore deve avere è quello di essere completamente pazzo, in modo da essere assolutamente vero.
Ho iniziato danza da piccolissima per una necessità fisica: dovevo cercare di correggere un problema ai piedi. Ero felice di iniziare visto che, guardando la tv, ero abbagliata dai vestiti luccicanti e fru fru che indossavano le ballerine di varietà e sognavo un giorno di poterli far svolazzare anche io con tanta grazia e leggerezza. La danza che però avevo incominciato a studiare io non era per nulla simile a quella che mi aspettavo e a dir la verità non mi entusiasmava neanche troppo, anzi! Avrei voluto mollare tutto e darmi al nuoto, ma ahimè soffrivo di otite e quindi dovevo assolutamente affidare i miei piedi alla tecnica della danza. Ad un certo punto poi è scattato qualcosa. Ho amato la musica sin da quando sono nata e ho sempre avvertito una particolare affinità ma improvvisamente sentivo in particolare che la musica scatenava in me anche una voglia irrefrenabile di ballare e di lasciarmi trasportare potendo immaginare di essere qualsiasi cosa o qualsiasi personaggio. La danza da quel momento non era più solo una necessità fisica ma anche una necessità personale, del mio io interiore se vogliamo, tanto che ora non posso immaginare una vita senza. Credo che la danza sia un mezzo per trovare te stesso ma anche perdere te stesso allo stesso tempo.
Danzare per le vie della mia città è stata un’esperienza incredibile: ogni angolo era come un palco infinito da riempire con tutta me stessa e sentire la gente attorno a me sussurrare “Ehi guarda, c’è una ballerina!” e poi vederli lì, a guardarmi, aspettando che facessi chissà quale cosa, mi faceva sentire importante e felice di poter donare loro, seppure per un secondo, una parte fondamentale di me.
Una valigia, un treno, un cappello e un tutù.
Tutto pronto per un viaggio interminabile, ma questa volta l’ignoto non genera più paura ma bensì curiosità e meraviglia. E’ proprio con questi due sostantivi che vorrei descrivere che cos’è la danza per me. Il movimento armonioso del corpo crea emozioni e solo continuando a danzare si possono conoscere lati della propria personalità di cui non si sapeva neanche l’esistenza e che la vita frenetica di tutti i giorni teneva nascosti … così la danza può costituire un attimo di respiro al viaggio pieno di ostacoli della vita.
Quando ballo l’orologio che è dentro la sala è come se si sciogliesse perchè la concezione del tempo che ho nella mente è ben diversa da quella scandita dalle lancette, riesco ad assaporare tutto con più tranquillità.
Ballare in un luogo diverso da quella che è la solita sala di danza è stato emozionante … non doversi più confrontare con uno specchio ma piuttosto con gli sguardi delle persone incuriosite, con i binari di un treno, entrando a far parte con il proprio movimento dei disegni creati dai writers.
Il mio impegno artistico e professionale per una fotografia che rispetta ogni specificità individuale, contro ogni forma di discriminazione, di sfruttamento e di violenza.
Con “Obiettivo Etico” ho voluto dare vita a un vero e proprio patto, soprattutto con me stessa, che potesse in qualche modo certificare l’impegno che da anni porto avanti nella mia attività artistica e professionale per la ricerca di una comunicazione che tenga in considerazione quegli aspetti etici che ritengo fondamentali: il rispetto della donna, dalla bambina alla persona adulta, come di ogni essere vivente, umano o animale, contro ogni forma di discriminazione, di abuso o di mercificazione del corpo, a partire dallo sfruttamento per fini meramente commerciali della nudità; l’attenzione e il rispetto per ogni forma di diversità, di identità di genere e la cura scrupolosa della fotografia dedicata ai minori, in particolar modo nell’ambito della danza e dello sport.
Obiettivo Etico è la mia scelta di campo per un impegno professionale coerente, anche nell’ambito della fotografia.